Tecnologia

Il fisioterapista 3.0 integra la terapia manuale con la terapia fisica strumentale, oggi deve saper utilizzare un computer ed interagire con il mondo delle INFORMAZIONI.

Il percorso del paziente alla ricerca della diagnosi non è altro che un giro di consultazioni per capire cosa gli è successo, ma poi vuole comprendere i motivi,  il terapista integra le informazioni fornite dal medico nella visita medica con i dati raccolti dalla sua valutazione funzionale.

Crea così una banca dati che può consultare in qualsiasi momento per verificare l’andamento del percorso terapeutico-riabilitativo del paziente e ricalibrare, nei trattamenti i tempi e il dosaggio delle energie fisiche utilizzate.

Questo continuo feedback e confronto crea sicurezza dell’operatore che esegue il trattamento, ma anche del paziente che si sente seguito e soprattutto considerato.

Mantenere la memoria di cosa si fa e di cosa si è fatto è fondamentale per ricercare la ripetibilità e la riproducibilità dei trattamenti.

Se lavori da solo fai il libero professionista, sei tu che ti fai le domande e ti dai le risposte… ma se sei in un gruppo, all’interno di un centro di recupero e rieducazione funzionale di 1° livello, come ti integri con gli altri? Come avviene il passaggio di informazioni? Il paziente lo segue sempre lo stesso terapista o passa di mano in mano?

Tecnologia significa precisione, ordine, definizione dei target, ottimizzazione dei tempi, ma soprattutto un sistema operativo uguale per tutti… chiaramente bisogna accendere il cervello prima dello strumento.

Un terapista con mezzi scientifici tecnologicamente evoluti, può ottenere un risultato in breve tempo, mantenerlo tale con l’educazione del paziente e migliorarlo integrando terapia manuale e funzionale.

 

Trovata una soluzione: abbiamo elaborato un sistema integrato di strumenti in grado di misurare le disfunzioni.

Sul danno biologico abbiamo diversi strumenti che il medico utilizza a confermare la diagnosi (esami strumentali). Come terapisti abbiamo bisogno di strumenti che misurino la funzione o per lo meno ci diano informazioni sul meccanismo fisiopatologico che porta al dolore e alla patologia.

Dopo 20 anni di ricerca e di consulenze nello sport agonistico, mi sono ritrovato con tanti mezzi di analisi, con complessità diverse, ma vorrei riassumerli in 2 tipi:

  • strumenti precisi, attendibili con il difetto della valutazione che richiede molto tempo e ed ulteriore tempo per analizzarli
  • strumenti facili e veloci nell’analisi però non avevano fatto percorsi di validazione, non erano precisi e ripetibili

 

Non è stato facile ma nel mio lungo percorso ho selezionato strumenti veloci nella valutazione, precisi e ripetibili da validazioni scientifiche:

 

  • stabilometria ARGOPLUS
  • bioimpedenzometria IN BODY 770
  • variabilità cardiaca HRV SA 3000
  • global postural analyser GPA
  • Hand Grip JAMAR

 

 

Sono test veloci da eseguire sono supportati da software che permettono l’elaborazione dei dati, non sono test in grado di misurare la condizione atletica, ce ne sono molti nel mondo dello sport. Noi siamo subito dopo la valutazione medica, quindi analizziamo il paziente in sub-acuto, per meglio definire le sue criticità e punti deboli (alterazioni posturali o propriocettive), ma anche capire le sue capacità e punti di forza.

In 10 anni di utilizzo sul campo di questi strumenti, abbiamo definito chi è più facilitato alla guarigione, rispetto a chi invece ha maggiori difficoltà, in modo da stabilire i trattamenti migliori per ognuno, in modo da personalizzare il percorso terapeutico riabilitativo.

Abbiamo coniato il termine di valutazione funzionale tecnologica, possiamo analizzare prima dei trattamenti riabilitativi e poi con dei follow-up definire cosa ha meglio funzionato rispetto al risultato ottenuto, così che siamo cresciuti individuando nel nostro paziente una continua verifica dell’efficacia del nostro lavoro, trasformando ogni patologia in una sfida a risolvere il problema.

 

Terapia fisica strumentale

Negli ultimi 20 anni la tecnologia ci ha offerto un’evoluzione straordinaria dei mezzi di TFS.

Mi sono formato in una scuola di terapia manuale, i mezzi in quel periodo erano molto scadenti e poco efficaci, infatti nel percorso terapeutico riabilitativo il 20% era la terapia fisica e l’80% era la terapia manuale. Non esisteva ancora la laurea triennale in fisioterapia ed il terapista era un vero e proprio operaio che utilizzava sudore della fronte  ed olio di gomito.

Oggi le richieste dei pazienti sono cambiate: bisogna essere veloci nel recupero, rendendo necessario avere tutte le informazioni che servono e gli strumenti. Utilizzando solo le mani siamo efficaci, ma non siamo rapidi.

Non si riesce anche perchè un terapista da solo quanti pazienti può fare in 8 ore lavorative? Mantiene la stessa efficienza fisica e mentale dal primo all’ultimo? Nella vita lavorativa di un centro dove si lavora in diversi, si riesce a seguire sempre gli stessi pazienti? Se dobbiamo passare il paziente ad altri colleghi, si riescono a dare le stesse informazioni? Per applicare lo stesso trattamento chinesiterapico?

Molto complesso lavorare con altri, l’ambente sanitario è sempre più orientato alla prestazione e poco al risultato terapeutico, con perdita di fiducia e credibilità da parte dei pazienti.

Paradossalmente l’evoluzione tecnologica in fisioterapia ci offre una nuova visione, permettendo di utilizzare sistemi che sfruttano energie fisiche dosate e definite in potenza, frequenza e lunghezza d’onda.

Questi protocolli, fondamentali per lavorare in tanti, ci permettono di trasmettere le giuste informazioni per tutti i pazienti. In questo modo, anche se un paziente passa di mano in mano, lo strumento mantiene la ripetibilità (dose terapeutica), ma anche la riproducibilità (logica applicativa) in quanto possiamo avere dei riferimenti delle zone di applicazione.

Grazie all’innovazione tecnologica si riesce ad essere efficaci senza avere effetti collaterali. Grazie a sistemi di sicurezza siamo passati al concetto di “manu medica” al “manu terapista”; questa operatività determina una coerenza dell’energia somministrata con valori oggettivi possiamo meglio produrre dati per la ricerca clinica.

Altro aspetto importante è la incredibile quantità di mezzi tecnologici, che hanno  ormai saturato il mercato italiano  della fisioterapia, molte sono veri  e propri “giocattoli” con dubbia efficacia rispetto a quello che viene indicato, mentre una buona quantità di strumenti sono veramente nati da ingegneri ricercatori ed aziende che hanno investito in qualità.

 

Terapia fisica significa che utilizziamo energie fisiche con delle caratteristiche di potenza, frequenza e lunghezza d’onda, che sono in grado di modificare gli equilibri nel tessuto biologico.

Il concetto di utilizzare energie fisiche è fondamentale per un fisioterapista che già utilizza la sua terapia manuale ma spesso non trova una coerenza applicativa “dose-effetto”, questo lo limita nelle scelte e lo rende “insicuro” nel definire una strategia terapeutico riabilitativa.

Con la terapia manuale, possiamo favorire il recupero funzionale ma non abbiamo grande potere sul recupero biologico, infatti di fronte a un quadro infiammatorio o di lesione a livello del tessuto biologico si deve fare uso del farmaco (su indicazione del medico), in una seconda fase dove è presente una lesione tissutale importante, si richiede consulenza alla medicina ortopedica.

 

In questi vent’anni di esperienza a più livelli, la tecnologia si è evoluta in modo importante, non solo nel progettare e sviluppare strumenti per fisioterapia di alto livello ma in alcuni casi ha anche sostenuto la ricerca scientifica. Però si è sviluppata poco nel settore della ricerca clinica, anche perché il fisioterapista non è abituato a lavorare sulla misura e quindi non utilizza quella che la scuola anglosassone chiama outcome research.

In un settore specifico questi sistemi si sono integrati, sia il valore dell’analisi ma soprattutto alla valutazione funzionale tecnologica con i più moderni strumenti di fisioterapia. In questi ambienti la medicina sportiva ha potuto confrontarsi su quella che noi chiamiamo Fast Track Rehab, quindi interagire con tutte queste tecnologie per recuperare una lesione e farlo in tempi più rapidi, grazie all’uso degli ecografi siamo in grado di identificare bene il danno biologico, poi se non basta si arriva sempre all’utilizzo di una risonanza magnetica o di una tac.

In questo modo il medico sportivo può raccogliere molte informazioni e si confronta con un team di terapisti su un singolo atleta, concentrandosi in quello che viene definito un progetto riabilitativo che ha un inizio, un percorso e una fine. In questo modo è riuscito a raccogliere le cosiddette evidenze cliniche EBP.

Nell’ambito della ricerca scientifica si studiano questi meccanismi, purtroppo però la velocità con cui l’ingegneria moderna sviluppa nuovi sistemi e per i costi importanti di quello che è un percorso di ricerca scientifica, questi strumenti tecnologicamente avanzati non vengono utilizzati nel migliore dei modi. Questo penalizza i produttori ma penalizza anche il settore della fisioterapia e della riabilitazione.

Per meglio spiegare l’importanza della terapia fisica strumentale vi propongo un’equazione: la terapia fisica sta al fisioterapista come il farmaco sta al medico.

 

In questo sito nell’ambito tecnologie descrivo una serie di strumenti che utilizzo da diversi anni nei quali ho potuto verificare l’efficacia terapeutica, grazie al percorso clinico dei miei pazienti, comunque non mi sono solo fidato della tecnologia ma questi strumenti hanno fatto un percorso di ricerca tecnologica e scientifica. Mi hanno permesso di identificare una dose, in modo che non solo io stesso potessi avere dei riferimenti e una guida per dare delle risposte ai pazienti.

Nell’ambito del mio lavoro mi sono occupato di formazione, sia in Italia che all’estero, con forte attenzione alla ripetibilità dei trattamenti, per rendere altri fisioterapisti abili a fornire i medesimi risultati che clinicamente otteniamo nel nostro centro di riabilitazione.

La costituzione nel 2006 di un centro di riabilitazione mi ha spinto a non adeguarmi alle proposte che arrivavano, ma ho voluto studiare e ricercare le reali prove di efficacia, per questo ho creato un centro pilota di recupero e rieducazione funzionale di 1° livello.

 

Tipologie di strumenti per TFS

Oggi siamo in grado di definire le caratteristiche della grande quantità di strumenti per TFS in Italia e le abbiamo suddivise in 4 categorie.

 

1) Strumenti in grado di avere un’azione sul dolore acuto e sul danno biologico

  • Frems (fisiofrems – speeder)
  • Ultrasuoni
  • Magnetoterapia
  • Laser LLL
  • Laser HP

2) Strumenti in grado di agire sul danno funzionale in sinergia alla terapia manuale

  • Diatermia (motion tecar)
  • Elettrostimolazione per amiotrofia o muscoli parzialmente denervati
  • Vibrazioni meccano sonore (vibra)

3) Strumenti in grado di agire in sinergia all’esercizio terapeutico

  • Vibrazioni meccano sonore (vibra)

 

4) Strumenti in grado di agire in sinergia alle ginnastiche riabilitative

  • Tapis roulant antigravitario (alter G)
  • Sistemi robotici per esercizi equilibrio e ginnastica propriocettiva (HUNOVA)
  • Lettini elettromeccanici per ginnastiche posturali  
  • Ambiente palestra  

 

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